L’allattamento: nutrire la relazione

Sempre più spesso accade, negli ultimi anni, di scorgere donne che allattano il proprio bambino sedute nei centri commerciali o all’interno dei pub, mentre una gran tavolata di amici consuma una pizza tra chiacchiere e confusione. Se da un lato questa libertà di poter vivere la maternità e l’allattamento è auspicabile ed importante per la donna, vorrei proporre una riflessione che porti alla luce anche un aspetto che, come mamma e come terapeuta, ritengo importante venga preservato. Mi riferisco alla possibilità di garantire al bambino un momento di tranquillità durante la poppata. Ben vengano le mamme che allattano (che sia con il seno o con il biberon), che allattano ovunque, ben vengano le mamme rispondenti alle esigenze del proprio bimbo. Ricordiamoci però anche di “regalare” al bambino quel giusto momento di pace, di connessione con la propria mamma e con il momento del pasto. Non insegnamo ai nostri figli ad alimentarsi “distrattamente” nella confusione, nella fretta, non seguiamo quelle tendenze disfunzionali che caratterizzano la società attuale. Anche se ci troviamo in contesti sociali, affollati e rumorosi, cerchiamo di ritagliare uno spazio, che sia più adeguato possibile a preservare quella connessione mamma bambino e che veicoli al piccolo l’esigenza di alimentarsi con la giusta calma, con attenzione e pace, lo aiuteremo a diventare un bambino ed un adolescente più consapevole. Educare “mostrando”, facendo percepire un vissuto di benessere e di pace, legato al momento del pasto, traccia le basi per un’educazione ed un’igiene alimentare.

Questo nuovo modo di vivere il pasto del bimbo evidenzia atteggiamenti e tendenze che riflettono la società attuale; molto spesso le mamme sono convinte che questa modalità “sportiva” di nutrire il figlio, renderà nel tempo, il piccolo, adattabile ad ogni situazione e non la costringerà ad effettuare rinunce o sacrifici in termini di spazi ed uscite. Se da un lato educare i bambini fin da piccoli a vivere situazioni diverse e a conoscere persone diverse, rende gli stessi più elastici ed aperti dall’altro, non possiamo assimilare il momento del pasto a tutte le altre esperienze della quotidianità. L’allattamento non è “semplicemente” il momento in cui, attraverso il seno materno, il bambino si nutre; l’allattamento è il momento in cui il bambino si nutre del primo concetto di relazione. L’interazione con la madre rappresenta IL MOMENTO RELAZIONALE PER ECCELLENZA, quel tipo di “schema” di rapporto, che fungerà da guida per le interazioni future, per le relazioni che il bambino intraprenderà durante l’arco della vita.

Questo non significa che i bimbi non allattati al seno non avranno questa possibilità, anzi! La stessa cosa vale per l’allattamento con il biberon. Le prime esperienze che i bambini fanno sono di tipo sensoriale. Durante l’allattamento il bimbo può toccare la pelle della propria mamma, sentirne il tepore, l’odore e la morbidezza, il contatto visivo come quello fisico diventa fonte di rassicurazione, riconoscere il suono della voce materna o essere cullato dal battito cardiaco per il bambino non ha prezzo. Cerchiamo di preservare questo momento di apprendimento. Il bambino si nutre grazie al latte, ma non dimentichiamoci di un altro aspetto fondamentale: la relazione. Il bambino si nutre anche della relazione con la madre. Per tale ragione ritengo vada protetta la sacralità di questo momento. Non c’è bisogno di fare rinunce o di chiudersi in casa. È stupendo che una mamma possa vivere con libertà e naturalezza l’allattamento. Basterà semplicemente ricordarsi di spostarsi un pochino, magari semplicemente nel luogo in cui arrivano meno rumori, in cui c’è minor passaggio, nel luogo in cui il bimbo non subisce una stimolazione esterna continua che lo mantenga in stato di attivazione emozionale. Trovate una bella panchina al parco e godete della connessione con il vostro bambino e con la natura. Se siete in un luogo chiuso, chiedete ai vostri amici al tavolo di abbassare un pochino la voce, oppure allontanatevi un momento e godete della tranquillità di vostro figlio.

Il momento dell’allattamento ha a che fare con l’intimità, la relazione, la calma. L’azione di una mamma che allatta il proprio bambino vede due individui protagonisti in “un armonico componimento”, qualcosa che ha che fare con l’arte, la biologia, la magia e l’amore. Il corpo della mamma e quello del suo bambino sono in sintonia, una sintonia perfetta che, come tale, va tutelata e rispettata ma ancor prima, riconosciuta. La presenza dei nonni, del papà o di fratelli, è certamente un valore aggiunto; molto diverso è invece, sia in termini igienici che di qualità della relazione, “somministrare” (uso volontariamente un verbo un po’ forte) il pasto, all’interno di una situazione caotica. Esistono, senza ombra di dubbio, situazioni di emergenze, in cui può capitare che non si possa dare la giusta rilevanza al momento del pasto ma stiamo parlando appunto di emergenza! Prima di tutto, deve esistere la consapevolezza di quanto l’esperienza del pasto (perché è di un’esperienza che stiamo parlando) vada protetta!

Ricordiamo che in passato, quando la donna lavorava nei campi, accadeva di frequente che i bambini venissero lasciati all’ombra, custoditi dalle fronde degli alberi e allattati proprio in aperta campagna, magari in presenza di altre donne; l’attenzione, l’aiuto e la tranquillità però che un tempo venivano riconosciuti alle madri che avevano partorito, induceva le stesse a tornare ben presto al lavoro offrendo però, allo stesso tempo, quella “rete” di supporto e protezione che ad oggi esiste solo in termini istituzionali (asili, scuole materne..). L’approccio alla gestazione, al parto e all’allattamento era sì, altamente naturale, ma anche, oserei dire, profondamente rispettato. Ad oggi c’è confusione di ruoli, di messaggi, di tempi e spazi. I bambini fin da piccoli “devono” essere adattabili ed “aperti” alle situazioni più svariate; non dimentichiamoci però che, per poter strutturare questa flessibilità, è necessario che prima siano stati consolidati dei modelli di attaccamento di tipo sicuro.

Il bambino piccolo ha bisogno di tranquillità, di ritmi scanditi, di routine quotidiane, tutto questo per poter rafforzare la conoscenza di un mondo che, prima di tutto, il bambino ha bisogno di percepire come solido e coerente. In un secondo momento, la sicurezza acquisita ed interiorizzata, gli permetterà di avere quelle basi solide che gli permetteranno l’esplorazione.

Durante l’allattamento il bambino, ma anche la mamma, hanno bisogno di “stare nella relazione” di cogliere i segnali reciproci in cui la madre accudisce il proprio bambino ed il bambino può fare esperienza della realtà e del mondo, quel mondo che, nei primi momenti di vita è la madre stessa. Vorrei sottolineare che il bambino e la madre hanno vissuto in una fusione simbiotica per ben 9 mesi. Quando il bambino viene alla luce, la realtà corporea madre-bambino viene inizialmente ancora percepita come unica. La pancia della mamma è una sfera e, non a caso, la forma sferica è considerata come la forma perfetta. L’armonia madre bambino rappresenta quella sfera che la natura ha creato, quell¹armonia che è importante rispettare e preservare anche dopo la nascita. Tenere tra le braccia il proprio bambino mentre lo si nutre, dargli la possibilità di ascoltare dolci parole, o semplicemente il respiro e il battito del cuore, ha un valore inestimabile. Durante i primi mesi di vita è fondamentale che ciò venga consolidato. Un buon maternage è la base per l’esplorazione, la flessibilità e l’indipendenza. Ad ogni esperienza è opportuno dedicare il giusto tempo e la giusta attenzione. Rispettare momenti così significativi come quello del pasto, in cui il nutrimento emotivo fondamentale è senza dubbio la relazione, significa seminare grandi presupposti per la vita del proprio figlio e per una strutturazione solida della sua identità.

 

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