E.M.D.R. cos’è?

L’E.M.D.R. è una tecnica realizzata e costantemente approfondita da Francine Shapiro, tecnica per altro oggi molto diffusa. EMDR è l’acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing che significa  desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari. Questa tecnica consta di un protocollo piuttosto rigido ed estremamente efficace che può essere utilizzato all’interno di qualsiasi psicoterapia indipendentemente dal tipo di approccio del terapeuta; può essere inoltre utilizzata sia nel trattamento degli adulti che in quello dei bambini. L’EMDR è una particolare tecnica efficace per l’elaborazione di eventi traumatici quali abusi fisici o sessuali, lutti, violenze di qualsiasi genere, catastrofi naturali e incidenti. Si parla, in questi casi, di DPTS cioè di disturbo post-traumatico da stress. Un gruppo di operatori EMDR è stato particolarmente efficace ed attivo nel caso del terribile terremoto che ha colpito l’Aquila del 2009. I superstiti sono, infatti, stati trattati con questa tecnica con il preciso scopo di attivare risorse volte ad una elaborazione propositiva del disastro. Il metodo EMDR può essere altrettanto efficace in presenza di scarsa autostima, negli insuccessi scolastici o nelle problematiche affettive di separazioni o distacco dalla persona amata. Si può dire che è una tecnica utilizzabile ad ampio spettro. Sovente la persona riporta in seduta di essersi sentito condizionato da un evento traumatico. Bene, l’E.M.D.R ha funzione di desensibilizzare il soggetto dalla forte emotività legata all’evento stesso; modificando l’intensità emozionale legata al ricordo (pur mantenendo il ricordo stesso) viene consentita una percezione più adeguata dell’evento, in cui la rievocazione diventa più distaccata e non così invasiva e devastante. L’EMDR determina una rielaborazione dell’evento traumatico in modo piuttosto veloce; seguendo un preciso protocollo d’intervento avviene, nel soggetto, un’ elaborazione adattiva dell’evento target. Si ipotizza che eventi traumatici possano restare in qualche modo “incistati” nel sistema nervoso, impedendo l’integrazione con altri elementi esperienziali e divenendo quindi predominanti influendo in modo negativo sulla vita emotiva del paziente.

L’E.M.D.R. si avvale del ricordo target (ricordo traumatico del paziente); questo ricordo viene utilizzato per compiere una rielaborazione ottenuta attraverso una stimolazione emisferica bilaterale (tramite movimento oculare oscillatorio). Una strategia alternativa al movimento oculare è la tecnica del “tapping”; si tratta di una sorta di martellamento alternato effettuato dalle dita del terapeuta sul dorso delle mani del paziente. Durante la seduta è il paziente stesso che fa emergere il materiale disturbante. I pazienti sottoposti a questo metodo riferiscono (dopo la seduta) di sentirsi “alleggeriti”, molto spesso spossati e molte volte anche più tristi (effetto paradosso momentaneo). La tecnica EMDR suggerisce la correttezza dell’ipotesi della forte relazione mente e corpo e soprattutto, il ruolo che il corpo riveste nel “registrare” il trauma. Attraverso la narrazione dell’evento traumatico il paziente si distacca emozionalmente da esso elaborandolo e prendendone distanza.

5 Comments
  1. Bell’articolo!
    Avevo letto qualcosa sull’EMDR nel libro di David Servan-Schreiber “guarire”, anche se trattato in modo molto leggero…
    Ma si utilizza solo per rimuovere eventi dolorosi, in qualche modo conosciuti dalla persona o anche eventi di cui la persona non ricorda assolutamente nulla?
    grazie

    • Cara Vale, la tecnica EMDR solitamente viene utilizzata partendo da un evento target già noto; l’evento target è l’evento specifico che ha determinato tutta quella serie di emozioni negative e vissuti stressogeni nella persona.
      La tua osservazione è però molto pertinente, infatti l’EMDR può essere utilizzato anche in altre situazioni. Ammettiamo di trovarci di fronte a stati ansiosi generalizzati o di fronte a vissuti di tipo depressivo; utilizzando questa tecnica a volte (ma non è detto), può accadere che emergano episodi dimenticati. Ciò che viene ricordato solitamente suscita emozioni similari a quelle che la persona sta attualmente vivendo o addirittura ci suggerisce l’origine di quello specifico vissuto emotivo. Alcuni episodi infatti, se ripetuti nel tempo, determinano l’incistarsi di particolari vissuti (il senso di impotenza, la sfiducia, la paura..). Altre tecniche come l’ipnosi, possono aiutare la persona a ricordare eventi apparentemente dimenticati, ma vorrei specificare che non si tratta di una regola. A volte l’aspettativa del ricordare un episodio specifico del proprio passato nasce dal desiderio di trovare una causa precisa ad un malessere generalizzato quando invece, il più delle volte, dimentichiamo di essere frutto di una storia complessa e dimentichiamo che un grande trauma ha lo stesso valore e gi stessi effetti di tante difficoltà più piccole ma costanti e quotidiane. Non è importante dare valore a ciò che siamo e a ciò che abbiamo vissuto, è semplicemente FONDAMENTALE, questo permette di voler bene a se stessi. Spero di esserti stata utile, naturalmente resto a disposizione per qualunque domanda. Ti ringraziamo per il tuo stimolante contributo. Grazie da Psicologi Parma.

      Dott.ssa Lucchini Eleonora

  2. Questa tecnica molto interessante, può essere utilizzata per Disturbo Ossessivo Compulsivo “apparentemente” iniziato da un giorno all’altro e ormai cronico (20 anni)?
    Forse associandolo ad altre tecniche?
    Grazie

    • Cara Claudia, in realtà “L’EMDR è usato fondamentalmente per accedere, neutralizzare e portare ad una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze traumatiche che stanno alla base dei disturbi psicologici attuali del paziente. Queste esperienze traumatiche possono consistere in piccoli e grandi traumi subiti, eventi stressanti come lutti, malattie croniche, perdite finanziarie, conflitti coniugali, cambiamenti di vita, fino ad arrivare ad eventi stressanti al di fuori dell’esperienza umana consueta, quali disastri naturali (terremoti, inondazioni) o disastri provocati dall’uomo (incidenti gravi, torture, violenza). Questo è ciò che affermato anche dall’associazione EMDR Italia. Diciamo che tendenzialmente si parte sempre da un evento o da un vissuto specifico;
      Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo ha trovato un riscontro importante grazie a tecniche quali la MINDFULNESS. Si tratta di un approccio legato alla consapevolezza del proprio pensiero, all’accettazione del proprio pensiero scevra da giudizio. Ad oggi, questo tipo di “tecnica” può essere considerata quella d’elezione. Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato da rimuginio mentale che produce, al soggetto che ne è afflitto, sofferenza e disagio profondi, dettati soprattutto dalla necessità di compiere una quantità considerevole ed invalidante di rituali volti a placare l’ansia ed i pensieri ossessivi.
      La mindfulness insegna la consapevolezza e l’attenzione al “qui ed ora” al momento presente, ad un ascolto consapevole che permette alla persona di non anticipare in modo ansioso ciò che potrebbe accadere se certe azioni non venissero compiute.
      Nel disturbo ossessivo compulsivo è importante e consigliabile un percorso di psicoterapia all’interno del quale sarà poi possibile inserire metodi e tecniche adatti e mirati a questa tipologia di disturbo.
      Spero di essere stata abbastanza chiara; non è sempre facile, in poche righe, trattare la complessità delle tecniche utilizzate, nè tantomeno la complessità umana.
      Rimaniamo a disposizione per qualunque domanda, dubbio o approfondimento.
      Un caro saluto

      Psicologi Parma

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