Per poter conoscere a fondo la figura affascinante e creativa di Milton Erickson dobbiamo in qualche modo, addentrarci e conoscere meglio la sua vita privata. Figlio di contadini, nasce nel 1901.  Erickson ha 5 anni quando la sua  famiglia in cerca di fortuna, dopo un lungo viaggio, si stanzia nel Wisconsin. Il giovane Erickson fin dall’infanzia ha il corpo segnato da molti deficit fisici. A 17 anni  viene colpito dalla poliomielite; i medici, non danno alcuna speranza di vita al giovane Milton, ormai il suo corpo era paralizzato. Viene accudito amorevolmente dalla madre e da un’infermiera australiana la quale si dedica a lui applicandogli impacchi caldi e massaggiando il corpo del ragazzo, con l’intento di motivare il giovane a mantenere un minimo movimento fisico. Intanto il giovane Erickson di contro, si allena mentalmente a come avrebbe potuto muovere il suo corpo, a come dovevano attivarsi i suoi muscoli. Osserva attentamente la sorellina che sta imparando a camminare e studia i movimenti che questa metteva in atto durante la deambulazione. Egli rivive mentalmente ogni movimento, interiorizzandolo. Milton porta l’attenzione su ogni minimo segnale del proprio corpo per recepirlo e stimolare progressivamente un miglioramento della propria condizione. Quando successivamente riesce a recuperare un po’ le forze, impara a mantenere in equilibrio il suo corpo con l’aiuto delle stampelle e, grazie a questo, il suo corpo inizia ad irrobustirsi.

All’insaputa della famiglia il giovane Erickson, si procura una canoa e decide di provare il suo fisico realizzando un percorso molto difficile che prevedeva la navigazione del Mississippi da Giugno a Settembre. Questa coraggiosa esperienza gli permette di irrobustire il suo fisico e di conoscere molte persone, alle quali chiede aiuto durante il suo viaggio, non essendo completamente autosufficiente. Questa esperienza incide così tanto sul suo corpo che la muscolatura del suo torace diventa talmente robusta da permettergli di pagaiare anche per una giornata intera.

Successivamente, Erickson, consapevole delle sue limitazioni fisiche, sa di non poter fare il contadino come il padre, quindi si iscrivesse alla facoltà di medicina, si specializza in psichiatria e in psicologia e dedica tutta la sua vita allo studio dell’ipnosi. Nel 1947, un altro grave episodio segna la vita di Erickson; dopo una caduta in bicicletta gli viene somministrata un’iniezione di antitetanica e, dopo alcuni giorni, l’effetto del siero gli fa sviluppare una violenta reazione caratterizzata da forti dolori muscolari e uno stato comatoso. La vita di Erickson è sempre stata costellata dal dolore e dalla malattia ma, appena c’era una ripresa minima, tornava a dedicarsi al suo ospedale, ai pazienti e all’insegnamento, al suo lavoro. Durante tutta la sua vita Erickson ha parecchie ricadute fisiche, ma si rialza sempre, non si perde mai d’animo. Nei momenti in cui il dolore muscolare si attenua, egli riprende a scrivere articoli e pubblicazioni e si dedica alla ricerca.

Con gli anni e l’avanzare dell’età perde la sua forza muscolare, inizia ad utilizzare il bastone per muoversi più agevolmente, poi passa all’uso della sedia a rotelle. Negli ultimi anni della sua vita inizia ad intrattenere interessanti rapporti professionali con E. Rossi ed J. Zeig. Nonostante le sue gravi malattie, M. Erickson era una persona felice di vivere. Questo aspetto della sua personalità lo rendeva particolarmente vivo e vitale e capace di infondere nei suoi pazienti fiducia e speranza. Visse 78 anni.